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Nè vincitori nè vinti

Nè vincitori nè vinti

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28/03/2022
Nè vincitori nè vinti
OMV News Author OMV News Author
Il video shock: soldati ucraini sparano alle gambe dei militari russi prigionieri e ammanettati. Il filmato, ancora senza riscontri, ha aperto un dibattito sugli orrori della guerra.
Un video che gela il sangue e lascia attoniti nel vedere così tanta crudeltà, accompagnata da un agghiacciante sangue freddo nel far fuoco contro i prigionieri. A sparare sono militari con la mimetica ucraina, alcuni dei quali indossano al braccio la fascia azzurra delle truppe di Kiev. Quelli che vengono colpiti invece hanno il nastro arancione-nero della Rosgvardia, la Guardia Nazionale di Mosca, e vestono divise russe.
Immagini raccapriccianti, in cui si vedono soldati russi distesi a terra circondati da una pozza di sangue. Soldati ai quali sono rivolte domande sui loro comandanti e altre dal tono accusatorio: “Perché uccidete la popolazione?”. Per finire poi con le immagini brutali degli spari alle gambe di altri prigionieri russi, fatti scendere da un furgone. Non ci sono riscontri in grado di confermare l’autenticità del video, che è stato segnalato anche da account twitter ritenuti autorevoli, come quello dell’ex ufficiale statunitense e ricercatore universitario Rob Lee.
Come accade in ogni guerra:
da un lato c'è chi avalla la veridicità del video, nel caso di specie i siti filo-russi mentre dall'altra, si hanno i siti filo-ucraini che lo contestano definendolo un falso.
Non è il primo video né sono le prime immagini agghiaccianti che si vedono da quando è iniziato il conflitto Russia Ucraina. Nei giorni scorsi infatti, sono circolate foto e filmati di una brutalità che si pensava avremmo visto solo nei film o nei libri di storia e invece, ci ritroviamo circondati da scene devastanti. Come quella di un soldato ucraino legato a un palo con una catena e poi assassinato; corpi di militari con segni di torture; volontari ucraini che scattano selfie davanti ai cadaveri russi. Altri video documentano l’uccisione di civili da parte di militari russi durante i combattimenti in diverse località
Tra questi crimini di guerra, ecco aggiungersi altri drammi umani che lo stesso conflitto armato inevitabilmente comporta e che inevitabilmente colpiscono i più deboli, come le donne e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina diventati vittime di trafficanti.
Si parla di almeno 1000 minori scomparsi.
Dall'inizio del conflitto armato in Ucraina, almeno 3 milioni di persone hanno lasciato il Paese. Fuga accompagnata dal rischio di tratta di esseri umani ai danni di donne e bambini non accompagnati.
In questa strage di innocenti, in cui non ci sono né vincitori né vinti eccetto la barbarie umana, nel primo caso e il senso di civiltà, nel secondo, è inevitabile non pensare alle domande del professore Massimo Cacciari, intervistato nel programma televisivo "Non è l'Arena" , condotto da Massimo Giletti.
"Siamo in una situazione che ci auguravamo di non vedere mai più, nemmeno durante la guerra fredda c'è stato uno scambio di accuse di questa pesantezza. C'è un'escalation tremenda, sento solo notizie di guerra e insulti feroci. Ma c'è un tavolo dove stanno trattando?"
A questa domanda, giusto e doveroso aggiungerne una cruciale spesso linciata, forse perché politicamente scorretta e quindi scomoda:
Si deve condannare solo la guerra, precisamente ripudiare, come previsto altresi dalla stessa Costituzione della Repubblica Italiana o si deve altresi condannare chi l'ha causata, precisamente provocata?
Come disse Oriana Fallaci :"Ogni cosa è fatta di tre punti di vista: il mio, il suo e la verità".
Ma soprattutto oggi più che mai, è giusto e doveroso tenere bene in mente quanto la stessa disse sullo scempio del conflitto armato:
" Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo”.
Video orripilanti, immagini raccapriccianti e testimonianze agghiaccianti docent
 
Rita Lazzaro




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