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Si amplifica la protesta in Brasile: i movimenti popolari accusano brogli elettorali ai danni del presidente uscente Bolsonaro

Si amplifica la protesta in Brasile: i movimenti popolari accusano brogli elettorali ai danni del presidente uscente Bolsonaro

06/11/2022
Presidenziali in Brasile: monta la protesta, dubbi sull'imparzialità del Tribunale Supremo Federale, chiamato a controllare le elezioni
Redazione OMV News Redazione OMV News

Non accennano a fermarsi le proteste in Brasile per il risultato delle elezioni presidenziali. I manifestanti continuano a chiedere l'intervento del Supremo Tribunale Federale per il controllo dei risultati, che molti ritengono falsato. I sostenitori di Jair Bolsonaro ritengono che il presidente uscente sia stato derubato alle urne con voti truccati a favore di Lula Inacio da Silva, ex presidente e concorrente di Bolsonaro in questa tornata.

Sotto accusa anche la magistratura che non avrebbe indagato per il mancato rispetto della parità della comunicazione elettorale, in quanto le stazioni radio, nel nord del Brasile, non hanno permesso la propaganda politica di Bolsonaro, anche se dovevano.

Per chiedere controlli e fare chiarezza su possibili brogli elettorali è stata presentata anche una denuncia. Intanto è stata diramata la notizia che Alexandre de Moraes, ministro del Tribunale Federale Supremo del Brasile, ha estinto il processo e ordinato che Bolsonaro fosse indagato per denuncia calunniosa e criminalità elettorale.

Così la metà dei brasiliani (quella che sostiene Bolsonaro) chiede l'intervento federale. Intanto la protesta ha bloccato numerose arterie stradali ed è arrivata a bloccare anche ilo traffico sulle autostrade in tutto il Paese. Il movimento di protesta, che prende corpo sempre più di giorno in giorno, si sta trasformando in una vera e grande lotta di resistenza, che comunque molti auspicano che non arrivi ad atti di violenza, con il rischio di portare ad una guerra civile.

I dubbi sulla correttezza dei risultati elettorali, che avrebbero dato la vittoria a Lula, sono molto forti.

Il segretario generale per il Brasile dell’Organizzazione Mondiale per la Vita, l’avvocato Maurizio Dos Santos, intende fare chiarezza su come sono state gestite le elezioni e su come si è proceduto allo spoglio dei voti e per tutto ciò chiede la nullità delle elezioni.


 

Per gli avversari di Lula, il Brasile è uno degli ultimi Paesi non ancora controllati dai globalisti.

Allora è necessario ripercorrere la storia brasiliana degli ultimi anni, per comprendere meglio come si è arrivati alle urne nel 2022. Nelle ultime elezioni presidenziali, oltre all'attuale presidente Jair Bolsonaro, c'era l'ex presidente Lula da Silva, che è stato condannato per corruzione attiva, dove è stato dimostrato che, con la connivenza in vari ambiti delle istituzioni, aveva sottratto miliardi di Reais dalle casse dello Stato.

Per consentire a Lula di tornare a essere un candidato presidenziale, in Brasile si è verificato un colpo di palazzo, cioè il Supremo Tribunale Federale (STF), che è composto da giudici che vengono nominati dai Presidenti della Repubblica quando sono in carica, e che dopo essere stati nominati lì rimangono in quella posizione fino a 75 anni, cioè sono posizioni a vita. Questi giudici hanno deciso di rilasciare Lula, solo con la motivazione che era stato processato nel distretto sbagliato, dopo essere stato messo in prigione. Quindi solo per un presunto errore procedurale.

 

Va da sé che dei 12 giudici del STF, 9 sono stati nominati da Lula o dalla sua più grande alleata, Dilma Rousef, che ha assunto la presidenza della Repubblica dopo Lula ed è stata addirittura rimossa dalla presidenza della Repubblica nel 2016, sempre per corruzione.

 

Pertanto, con un voto di maggioranza del STF, Lula è stato rilasciato dal carcere senza che le accuse e le prove siano state contestate, cioè rimane colpevole di tutte le accuse e i fatti imputati ai suoi crimini, ma è diventato un cittadino libero, o incondannato, come lo chiamano i brasiliani.

 

E Lula è stato rilasciato dal carcere per permettergli di presentarsi e usare tutti i mezzi a disposizione per vincere le elezioni presidenziali: in questa tornata Lula avrebbe vinto le elezioni con il 50,9% dei voti, cosa che è stata già spiegata alcuni giorni fa da analisti matematici, attraverso una trasmissione in diretta che hanno fatto a Buenos Aires.

 

E la diretta doveva essere fatta a Buenos Aires, perché in Brasile il STF sta bloccando tutti i blogger e i canali di informazione che decidono di denunciare questa frode.

 

La frode sarebbe stata realizzata alterando i voti nelle urne elettroniche, che non sono nemmeno verificabili, quindi sono stati in grado di realizzare questa frode.

 

Questa situazione surreale è stata creata dal sistema giudiziario brasiliano con il conferimento di poteri totalitari ai giudici dell'STF. Infatti, la legge consente loro di emettere ordini immediati di cancellazione di canali su Internet e persino di ordinare l'arresto di giornalisti e persino di membri dell'Assemblea Nazionale brasiliana.

 

Molti cittadini brasiliani hanno inviato mail in tutto il mondo chiedendo aiuto ai media internazionali per denunciare ciò che sta accadendo in Brasile e chiedendo sostegno anche all’Organizzazione Mondiale per la Vita.

 

In questi giorni, milioni di brasiliani sono in strada davanti alle caserme per chiedere ai militari di intervenire e di non permettere che il Brasile diventi un nuovo Venezuela.

 

I movimenti di cittadini, che si sono riversati nelle strade, chiedono alla comunità internazionale di aiutarli a far conoscere ai media ciò che sta accadendo in Brasile, poiché i brasiliani hanno un blocco totale delle notizie.

 


 


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